giovedì 20 giugno 2013

MONTANDO E SMONTANDO

Sempre continuando sulla strada dell'Upcycling del mio piccolo "magazzino", ho riesumato dei distanziatori metallici con dei brillantini. Anche di questi, alcuni li avevo recuperati da oggetti già fatti, altri li avevo comprati..e ricordo che avevo riposto tante aspettative in questi componenti, ma alla fine non mi hanno mai soddisfatto fino in fondo! Mi piacevano come componenti in sè stessi, ma poi una volta montati li trovavo molto banali e ripetitivi. Quindi dopo averli lasciati tutti ben divisi nei cassettini per lunghi anni, ora mi sono detta: se non mi piacciono montati, magari possono piacermi smontati!
E quindi armata di pinze mi sono cimentata nella divisione delle minuterie che li componevano, ottenendo da un lato dei dischetti metallici, e dall'altro dei brillantini.
Ecco allora che ho deciso di utilizzare i brillantini (per ora mi sono concentrata solo su quelli, ma ho già qualche idea anche per i dischetti metallici) per ottenere delle decorazioni sul legno, preparando nel legno stesso, un alloggiamento in cui poterli incastonare. Non è stata una fase semplicissima, bisogna azzeccare la dimensione giusta del foro per far si che i brillantini rimangano tutti alla stessa altezza, e non emergano troppo, perchè in primo luogo non danno un effetto armonioso e in secondo luogo rischiano di staccarsi. (ps: azzeccare la prima volta, poi imparare a controllarsi per ottenere sempre la stessa profondità e lo stesso diametro).
Dato che, pur avendo il loro alloggiamento, il legno non è metallo e quindi non l'ho potuto ribattere per incastonarli, li ho dovuti incollare. E per una maggior sicurezza, per evitare la perdita anche di un solo brillantino, ho trattato la superficie con resina trasparente.
Nel bracciale qui sotto, ho completamente rivestito tutta la superficie.
Ma la resina è sempre un punto di domanda per me: da un lato non riesco sempre ad ottenere delle superfici uniformemente lucide (probabilmente perchè non ho dei mescolatori industriali) e dall'altro lato, perchè lo vedo con un elemento poco "eco".
Però per ora mi è sembrata l'unica soluzione per risolvere il problema del distacco.
Andando avanti con gli esperimenti, soddisfacendomi abbastanza l'utilizzo di questa decorazione sul legno, ho cercato di ridurre al minimo l'utilizzo della resina, limitandola solo alle parti in cui erano concentrate le decorazioni, come per esempio in questi orecchini, formati da un bastoncino di legno, con quattro brillantini solo sulla parte terminale. E solo su quest'ultima ho dato una leggera pennellata di resina, dividendola dal resto con una piccola incisione, che mi ha evitato anche lo spargimento di resina incontrollato.

Questa tecnica va ancora perfezionata, come sempre quando si lavora con materiali di recupero, bisogna solo sperimentare perchè non è detto che esistano manuali specifici su ciò che si ha a disposizione. Però ci sto lavorando da un po', rivedendo e modificando passaggi, e credo che possa funzionare abbastanza, perchè mi permette comunque di ottenere oggetti semplici e lineari, pur dotandoli di un tocco di personalità.

martedì 7 maggio 2013

BANGLE "UP COME UPCYCLING"

Eccomi riapparsa dopo un bel po' di tempo...tempo in cui sono cambiate parecchie cose nella mia vita che hanno inevitabilmente dato uno scossone sia fisico che emotivo...
In questo periodo di apparente stasi creativa, in realtà ho fatto un bel po' di esperimenti, (che però non vi mostrerò oggi perchè sono ancora in corso) ma ho anche pensato molto ad un altro aspetto...
Credo che agli inizi un po' tutti abbiamo incominciato seguendo schemi più o meno semplici, per poi evolverci e intraprendere diverse strade. Io molto spesso, ho fatto acquisti sbagliati, o meglio, ho abbondato un po' troppo presa dalla foga di imparare e sperimentare. In più si sono aggiunti materiali che smontavo da altro collane che mi davano da rivisitare, e così oggi mi trovo con dei cassettini pieni di perle e perline varie, che però non hanno seguito la mia evoluzione creativa e che quindi sono rimasti lì in disuso ormai minimo da cinque anni!
Solitamente le persone arrivate a questo punto fanno degli stock e vendono o scambiano questi materiali, io però mi sono voluta fermare un passo prima e pensare: "possibile che cerco di impiegare materiali che rimangono nei magazzini delle ditte, e non riesco ad usare ciò che è rimasto nel mio piccolo magazzino?"
E così è nata questa piccola sfida di Upcycling del mio stesso materiale.
Materiale che cosi' da solo non mi dice nulla e che quindi voglio valorizzare nell'insieme del progetto, cercandone un uso non banale, e facendolo collaborare con altri materiali di recupero.

Ho fatto ricerche su Pinterest per cercare ispirazione, e durante le ricerche mi sono resa conto di essere attratta dai Bangles, ovvero dai bracciali rigidi. E così ho iniziato proprio da lì,  utilizzando i fogli di legno, che ormai sono uno dei materiali recuperati che più utilizzo nelle mie creazioni (avendono anche un bel po' a disposizione), per crearne la base.
Una volta levigata e rifinita, dovevo decidere cosa metterci sopra e come farlo.
Ho deciso allora di dividere il bracciale in due, una metà da lasciare liscia, con il legno a vista, e una parte da decorare, con una serie di perline in resina e vetro, che avevo in quantità minime, di alcune ne avevo addirittura solo una.
Ho forato la parte del bracciale che volevo decorare, con piccoli fori vicini, ma a distanza irregolare. Volevo che si formasse un groviglio di perline perchè era la texture che mi interessava ottenere, non far risaltare le perle stesse.
Doveva vedersi nettemente la differenza tra il lato liscio del legno e la parte "mossa" delle perle, e mantenendo le stesse tonalità, questa ricerca veniva ancora più accentuata.
Ho quindi cucito con un filo di cotone rosso le perline, una vicino all'altra, nel modo più irregolare possibile.
Restava però da sistemare il retro, su cui si vedevano fori e fili incrociati...Avrei potuto lasciarlo anche così, ma non mi sembrava ben rifinito.
Ho deciso allora di applicare un sottile strato di resina sulla parte del retro in cui si vedevano i fili e ci ho versato sopra delle microperline rosse in vetro, sempre ritrovate nei cassettini, e di nuovo resina a uniformare tutto.
In questo modo, volendo, il bracciale è utilizzabile da tutti e due i lati.
Credo che continuerò in questa sfida, perchè non ci si può fermare al primo esperimento. Che ci soddisfi o no il risultato, è sempre bene riprovare per migliorare, per fare tesoro dei pregi e dei difetti, delle difficoltà e degli errori che abbiamo riscontrato durante il percorso creativo.

mercoledì 6 marzo 2013

CITAZIONE SU ECO-BIJOUX

Un ringraziamento a Ottavia che nel suo blog ricerca e raccoglie una selezione di persone che fanno del riciclo la base per la crezione dei loro gioielli.

venerdì 8 febbraio 2013

NUOVI ARRIVI ALLO STORE CITTADELLARTE A BIELLA

Ecco un po' di novità che potete trovare da qualche giorno allo Store Cittadellarte a Biella. 
Tutti realizzati principalmente con materiale di scarto e recupero, e tema floreale comune, quasi a preannunciare la primavera!
 
collana Fior di pelle - pelle e rame
Particolare collana Fior di pelle - pelle e rame
Collana Profumo di mare - legno, pelle e rame
   
Collana Rock - legno, pelle e rame
Collana Flowood Rossa - legno, cotone, vetro e rame

Collana Flowood Blulegno, cotone, vetro e rame

martedì 8 gennaio 2013

PUBBLICAZIONI


Buongiorno e buon anno a tutti!
Torno, reduce da un periodo di vacanza passata in compagnia di vari malanni ddi stagione e non, e a causa loro non ho avuto nemmeno la forza di sfruttare quei pochi giorni di ferie tanto aspettati per creare qualcosa di nuovo, per cui ripesco qualcosa dalla chiusura del vecchio anno, di cui avevo parlato su fb ma non qui sul blog.

Nelle ultime settimane del 2012 infatti è apparso un articolo su Likepicasso, in cui si parlava nello specifico di me, e pochi giorni dopo sulla rivista Vicenza Jewellery, che ha dedicato qualche pagina al concorso Bijoux d'autore 2012, a cui ho partecipato col bracciale "nato senza camicia".


Buona lettura!

mercoledì 12 dicembre 2012

QUALCOSA DI NUOVO: LAMPADE

Sono state realizzate ormai da parecchi mesi, qualcuno le avrà già viste su Facebook.
Sono una coppia di lampade realizzate a quattro mani, e ad esclusione delle componenti elettriche, sono fatte completamente con materiali recuperati, anche se so che non si direbbe.


I fogli di legno che creano le lampade e la balza a fiori, sono gli stessi già utilizzati per i bijoux.


All'interno, per rendere più solida la struttura, è stato inserito un barattolo in latta (tipo quello delle conserve)


Infine, per completare la lampada, sono stati aggiunti dei tubolari, che avvolgono la prima parte del filo elettrico, recuperati da lampade ikea in disuso.

Purtroppo per ora sono le uniche lampade, anche se questo è un argomento che mi prende parecchio, ma per questioni di spazio, non ne ho messe in canitere altre, anche se le idee sono tante e continuano a crescere.

martedì 20 novembre 2012

SHOP BLOMMING TORNATO ATTIVO

Da oggi potete trovare tutti i pezzi in pronta consegna, nello shop di blomming.

martedì 13 novembre 2012

A PROPOSITO DI ENFATIZZAZIONI...

Oggi metto nero su bianco ciò che da tempo accompagna le mie riflessioni creative.

Mi sono fatta parecchie critiche in questo anno…ho cambiato e sto cambiando molti tasselli nella mia creatività, eppure c’è una cosa che non riesco a cambiare, seppur credo che sia una delle più penalizzanti per il mio lavoro, e forse anche per la mia vita.

Tante volte mi avete sentito dire scherzando “non sono abbastanza fashion” , in realtà, al di là dello scherzo, questo è il primo aspetto che mi penalizza. Se mi guardo intorno e prendo come esempio i lavori di fashion designer molto apprezzati al momento, mi rendo conto che la moda è sinonimo di esagerazione. Si è fashion se si riesce a stupire e mi rendo conto che lo stupore va di pari passo con l’enfatizzazione, che sia di forma , di colore, di dimensione.

Quindi quando dico che “non sono fashion” dico che non mi riconosco in questa visione della moda, perché sono ancora legata alla moda come sinonimo di eleganza e femminilità, e credo anche che un gioiello non debba essere di intralcio per i nostri naturali movimenti. Ciò inevitabilmente si rispecchia in ciò che creo, che quindi appare dimesso in questo contesto.



Collana in pelle e rame recuperati

E la stessa cosa vale in paragone al discorso riciclo e recupero.

Guardando lavori di eco designer , mi rendo conto che l’oggetto che viene recuperato ha una posizione di rilievo rispetto manufatto stesso, ed è praticamente sempre riconoscibile.

Molto spesso, tra l’altro, viene confusa l’idea di recupero con un semplice “cambio di destinazione d’uso” . Mi spiego facendo un esempio molto semplice: suscita più interesse l’inserimento di una forchetta di plastica in una collana, piuttosto che un pezzettino di scarto di pelle, anche se nel 99% dei casi la forchetta non è mai stata usata come forchetta, ma è stata presa come nuova e messa in un contesto che non è il suo. Quindi il concetto di recupero decade, ma ciò viene offuscato dallo stupore di vedere un bijoux fatto con una posata di plastica.

Collana realizzata con pelle, rame e legno recuperati

Proprio per questi motivi mi sento di dire che non cedo su questo aspetto, che continuerò a studiare i miei bijoux in modo che la materia recuperata non emerga prepotentemente, ma anzi venga plasmata per collaborare con l’armoniosità del gioiello, che a sua volta non sarà predominante su un ipotetico outfit, ma sarà un piccolo tocco di eleganza in più da utilizzare nella quotidianità.


lunedì 5 novembre 2012

DECOLLEZIONANDO


Che io sia fuori moda e anticonformista, ormai è un dato di fatto.
Così, mentre in molte si affrettano a stilare collezioni, io faccio il processo inverso.
Probabilmente in passato ho usato in modo improprio il termine collezione.
Il mio non voleva essere un atteggiamento di presunzione, non mi sono mai sentita Armani,  ma era semplicemente un metodo più diretto e veloce per riconoscere e contestualizzare i bijoux che facevo.
Per me dire: "questo pezzo appartiene alla collezione tal dei tali" significava più che altro inserirlo in un gruppo in cui riconoscevo subito forma e materiale usato.

Bracciale con fiori in legno, rame e pelle recuperata

A volte mi "incastravo" anche in questo vortice terminologico, perchè avevo quella foga di mostrare tante versioni dello stesso gioiello, per dare più scelta ad un potenziale acquirente.
Ma in questo ormai famoso "periodo riflessivo" in cui osservo criticamente ogni atteggiamento seguito, ho preso le distanze anche da questo modo di vedere. Niente più arcobaleni dello stesso prodotto; è inutile che io dica che è un pezzo unico perchè fatto a mano, quando poi sono la prima a voler far vedere in quante sfumature può essere riprodotto. Anche perchè ciò vorrebbe dire monopolizzare il poco tempo a disposizione, togliendolo a nuove idee.
Chi mi segue su facebook avrà visto qualche nuovo pezzo, e avrà anche notato che non ho dato nomi nè di collezioni nè del manufatto, ma mi sono limitata alla descrizione. Anche perchè ho introdotto un nuovo materiale, e secondo il ragionamento di collezione appena fatto, non avrei potuto inserirlo in nessuna.
Non ho ancora chiaro come chiamerò ogni pezzo, sicuramente quelli che sono i gioielli già fatti o che farò con gli stessi materiali, non verranno rinominati, nè verranno snaturati. Ma diciamo che non sarà più un nome o l'appartenenza ad un gruppo a vincolare la mia fantasia.

Collana con fiori in legno, rame e pelle recuperata

venerdì 26 ottobre 2012

STORIE...

Oggi vi voglio raccontare una storia, una storia vera.
La storia che vede da un lato me e dall'altro le mie creazioni. E in mezzo tante persone.
Persone che lavorano. Persone che sono passate nella mia vita, alcune solo per un attimo, altre invece per molto tempo e che hanno portato un segno, anzi un materiale di scarto. Persone che con il loro pensiero hanno contributo a consolidare il rapporto tra me e le creazioni e a modificarlo nel tempo dando sempre spunti nuovi...

Oggi vi parlo di queste persone e di cosa hanno fatto per me.

La prima è la mia mamma.
No, non perchè mi ha messa al mondo! Ma perchè quando ero piccola, lei lavorava come orologiaia, in un piccolo laboratorio di paese. Montava e riparava orologi. Un bel giorno si è ritirata con un sacchettino pieno di anellini metallici. Erano edgli anellini che servivano per tenere stretta la molla degli orologi, Una volta rimossa la molla e inserita nel meccanismo, gli anellini non servivano più a nulla. Questo fu il primo materiale di scarto finito nelle mie mani! A quei tempi ignoravo ancora ciò che sarebbero diventati, ma ci giocavo come se fossero delle monetine. E non ne ho mai buttato nemmeno uno...grazie a lei è nata la collezione Round...


Antonio, il mio futuro cognato.
Uno dei maggiori azionisti! Antonio è un meccanico, quando mi ha conosciuto muovevo i primi passi creativi e subito si è accorto che avrei fatto di tutto con tutto. Così un giorno andando a consegnare il furgone appena riparato di un suo amico piastrellista, si è accorto che in un angolo, destinate alla discarica, c'erano delle scatole piene di piastrelline colorate. Era uno di quei campionari che si tengono in esposizione nei negozi. Così, spaccandosi anche un po' la schiena, ha prelevato quelle scatole pensando che sicuramente io ci avrei fatto qualcosa! Grazie a lui è nata la collezione mosaiko...


Ma non si è limitato a questo! Così quando un paio di anni fa si è messo in proprio e ha rilevato una vecchia officina, facendo pulizia ha trovato una scatola piena di rondelline di rame di varie misure...sono quelle che finora avete visto nella collezione flowood.



Luciano, compagno delle elementari di mio papà. Per molto tempo non si sono visti, per poi scoprire dopo tanti anni di essere emigrati entrambi quasi nello stesso posto.
Luciano lavora per l'industria dei mobili, fa il fuochista in una ditta che produce fogli di legno per impiallacciatura. A lui arrivano tutti i pezzi di sfoglia danneggiati o non adatti ad essere immessi nel mercato. E lui ogni tanto pensa a me, e invece di buttare nel fuoco quei fogli di legno, se li tiene da parte, li taglia e me li porta, insieme a tanti consigli su come lavorarli al meglio. Anche grazie e lui sono nate le collezioni Round e Flowood.


E infine Luca.
Conosciuto per caso. Un giorno mi è arrivata una sua mail in cui mi diceva che aveva visto il mio blog, e mi chiedeva di realizzare alcuni campioni in resina. Al'inizio non capivo a cosa potessero servirgli. Poi mi ha detto che lavorava per un calzaturificio e che si occupava della ricerca di accessori come fibbie e decorazioni da applicare su scarpe e borse. Lui avrebbe voluto ripagarmi in denaro del tempo impiegato per i provini, ma una volta scoperto il suo lavoro, gli chiesi se gli sarebbe stato bene uno scambio, ovvero se in cambio del mio lavoro mi avesse mandato della pelle di scarto. E così fu. Mi arrivarono due scatoloni, uno con delle rimanenze di magazzino, l'altro con dei ritagli di lavorazione, alcuni della stessa forma e colore.
Non è nata una vera e propria collezione grazie a lui, ma ci sono stati parecchi cambiamenti nel modo di pensare i gioielli e non solo.



Mentre scrivevo mi rendevo conto di quante altre persone dovrei citare, ma per ora mi fermo qui. Diciamo che queste persone sono quelle che hanno dato un contributo forte nella realizzazione dei miei bijoux...più avanti magari vi parlerò anche degli altri.



Aggiungo solo un'ultima parola : GRAZIE!

mercoledì 24 ottobre 2012

CONCORSO BIJOUX D'AUTORE 2012 - AUTORI SELEZIONATI




SEZIONE BIJOUX D’AUTORE

Emanuela Mae Agrini (Cartessenza) • Ilaria Anselmi • Nilma Arraes • Valentina Barella • Eleonora Battaggia (Caracol) • Giulia Boccafogli • Lorena Bombardelli • Teresa Brescia • Viviana Bullita • Veronica Caffarelli • Silvia Caldarulo • Luciano Capossela • Monica Catrullo e Lorella Greco • Anna Maria Cavallo • Vittorio Ceccoli • Elisa D’anna • Paolo De Alexandris • En=Joy • E-vasiva • Paola Galli (Cartabianca) • Francesca Gerlini • Eleonora Ghilardi • Lucilla Giovanninetti (Eandare) • Mario Gualandri • Michela Guatto • Veronica Guiduzzi • La Rocca & Figliolia • Floriana Maracchia • Marcilene Rodrigues • Monica Matos • Simone Minonzio • Barbara Muller • Simona Negrini (Andromeda) • Giorgia Palombi • Marilisa Parodi • Grazia Patruno • Angela Pezzino • Giovanna Racca • Alessandra Renzulli • Ludovica Ricciardi • Daniela Ronchetti • Sandra Rosadini • Valeria Eva Rossi • Giuliana Salvadori • Ilaria Sbarzella • Dario Scotto (Exe) • Flora Sica • Viviana Soligo (Maison Vivì) • Vincenza Sorrentino (Viscè) • Maria Tenore • Tintaunita (Anna Cino e Linda Gambero) • Chiara Trentin (Chimajarno) • Barbara Tritapepe

SEZIONE EMERGENTI – ex equo

Martina Musetti • Marzia Schiavolin

SEZIONE PROGETTAZIONE

Eleonora Battaggia (Caracol) • Flora Sica • Maria Tenore •

La mostra a Roma, con la proclamazione del vincitore, finalisti e menzione speciale, è fissata dal 22 al 25 novembre 2012.



martedì 16 ottobre 2012

FUORITEMA....

In attesa di sapere gli autori selezionati per il Concorso Bijoux d'Autore 2012, stempero la tensione con qualche decorazione (al di fuori del mondo dei gioielli), realizzata l'anno scorso e utilizzata come chiudipacco personalizzato, per due fratellini di pochi mesi.


 La realizzazione di questi chiudipacco è davvero molto semplice, basta realizzare la sagoma in cartone della lettera, e poi avvolgerla con del nastro, in questo caso in raso. Una volta rivestita completamente, si possono applicare decorazioni varie, perline, altri nastri ecc..

martedì 18 settembre 2012

TUTORIAL ECOBOX

Inutile dirlo…la salute è ciò che di più importante abbiamo, ed è giusto preservarla sempre, anche e soprattutto nei nostri lavori creativi. Io per prima molte volte sottovaluto i rischi delle lavorazioni, mi dico: “ma si tanto è un attimo!” e invece dovrei imparare a non respirare schifezze nemmeno per un attimo!

Ciò che però tante volte ci “scoraggia” nel tutelarci è l’operazione di vestizione: guanti, occhiali, camice, mascherina…se lavoriamo per poco è noioso “perdere” parte del nostro già centellinato tempo, mentre se lavoriamo per tanto alla fine diventa scomodo…quante di voi hanno pensato di veder mozzate le proprie orecchie dall’elastico della mascherina!!!

Ecco perché ho pensato di scrivere questo post, perchè in realtà una soluzione alternativa c’è, e probabilmente anche migliore perché ci rende più liberi nei movimenti del lavoro e, soprattutto, tutela noi e il nostro ambiente dall’impolveramento. Certo, perché nonostante i più ligi si mettano sempre tutte le protezioni necessarie, il nostro ambiente di lavoro non viene quasi mai riparato dalle polveri, e una volta finito il lavoro e tolte tutte le “armature da combattimento”, alla fine ci ritroviamo comunque a tirarci addosso un po’ di sporco.

Ovviamente questa idea non è venuta a me, ma è qualcosa che professionisti di vari settori utilizzano dalla notte dei tempi, io ho solo pensato di farmene una casalinga e meno ingombrante. Si chiama Ecobox, e semplicemente è la riduzione al minimo del nostro ambiente di lavoro, una “scatola” dove mettiamo solo lo stretto necessario per lavorare: mani trapano (o altri miniutensili) e manufatto. Tutto il resto, compreso il nostro naso, resta fuori, e quindi non viene raggiunto dalle polveri.

Di seguito vi lascio un piccolo tutorial base per costruire da soli la vostra Ecobox, è molto semplice. Io, per essere in linea con il mio lavoro, l’ho realizzata per la maggior parte con materiali recuperati, ma se preferite qualcosa di più duraturo potete anche farla ex novo. Ovviamente potete anche sbizzarrirvi a decorarla in vari modi, anche se io preferisco avere un ambiente abbastanza neutro quando lavoro perché focalizzo di più l’attenzione su ciò che faccio.

OCCORRENTE:
1 Scatola di cartone misure minime 60 x 40 x 40 cm
1 foglio di cartone (anche recuperato da una scatola) dimensioni minime 65 x 55 cm
1 foglio di acetato o plexiglass sottile formato A3
1 guanto in silicone
1 sacchetto della spesa in plastica
Forbici, taglierino, riga, metro, colla a caldo, matita


PREMESSA:
Questo primo schema serve per identificare i lati e la forma della scatola. Le misure riportate non sono vincolanti, ma sono misure minime che vi danno uno spazio di lavoro abbastanza agevole, pur non avendo un oggetto troppo ingombrante.
La posizione della scatola in grafico non è casuale, per rendere più agevoli i vari passaggi vi consiglio di trovare una scatola con apertura sul lato lungo.
Quando si parla di lati si intendono le parti fisse della scatola, non le ali.


PROCEDIMENTO:
Aprite la scatola e appiattitela in modo da avere, rivolti verso l'alto, il lato A e il lato D.
Iniziando a lavorare sul lato A e utilizzando un metro o una riga, e una matita, tracciate due linee orizzontali a 10 e a 15 cm.
Prendete un taglierino e incidete leggermentela linea fatta a 10 cm, mentre tagliate quella fatta a 15 cm. (ricordatevi quando tagliate di mettere un cartone sotto, altrimenti rischiate di tagliare anche gli altri lati della scatola!).
Ora passiamo sul lato D.
Prolungando leggermente la linea che abbiamo inciso a 10 cm su A, ci riportiamo il segno della misura su D. Ci spostiamo poi a lavorare sull'ala in alto, e sempre prendendo come misura 10 cm, partendo da destra , tracciamo una linea verticale fino ad incontrare il la parte fissa. Congiungiamo questi ultimi due punti, e una volta tracciate le linee guida a matita, prendiamo il taglierino e tagliamo il cartone.
Tagliamo ora quella piccola parte , lunga 5 cm rimasta nella piega tra il lato A e il lato D.
(ps: a volte è più facile farlo che dirlo, quindi seguite lo schema grafico e non potete sbagliare!)Giriamo ora la nostra scatola appiattita, così com'è. Ci troveremo a destra il lato B e a sinistra il lato C.
Sul lato B dobbiamo fare le stesse operazioni fatte per il D, solo in maniera simmetrica.
Quindi ci posizioniamo in basso a destra e facciamo un segno a 10 cm, verso l'alto; poi ci spostiamo sull'ala superiore e partendo da sinistra prendiamo il segno a 10 cm, verso destra. Da qui tracciamo la linea verticale fino ad incrociare il lato B fisso, e congiungiamo i due punti in obliquo.
Anche qui ripassiamo le linee guida col taglierino e rimuoviamo la parte di scatola in eccesso.
Per il lato C il lavoro è ancora più semplice: posizioniamo il righello sulla riga tra il lato C fisso e l'ala e prendiamo il segno a 10 cm, sia a destra che a sinistra, verso l'alto. Uniamo i due punti con un taglio netto.
Ora la nostra scatola è notevolmente ridotta, ma prima di ridarle volume, dobbiamo eliminare ancora alcune parti, quindi la rigiriamo di nuovo e torniamo a lavorare sui lati A e D.
Dobbiamo fare dei fori che serviranno per infilare mani e trapano (tipo dremel).
Quelli per le mani saranno larghi almeno 15 cm e alti 10. Non c'è bisogno quindi di prendere le misure in verticale perchè i fori si andranno ad incastrare proprio tra le due pieghe, quella tra il lato A e l'ala inferiore e l'incisione che abbiamo creato noi come prima operazione sul lato A.
Dobbiamo però prendere le misure orizzontalmente, quindi da sinistra verso il centro e da destra verso il centro, prendete dei segni a 5 e a 15 cm, e tracciate a matita le linee verticali. Con il taglierino rimuovete quindi l'interno dei rettangoli appena ottenuti.
Passiamo al lato D e al foro per inserire il trapano. Non ho indicato misure poichè non tutti abbiamo utensili uguali. Indicativamente un foro quadrato di 6 cm x 6 dovrebbe andare bene, ma per sicurezza verificate pima le dimensioni dei vostri utensili e poi in base a queste misure ritagliate il foro in basso a destra.
Ottenuti tutti questi fori, dobbiamo tapparli!
Per prima cosa diamo volume alla scatola: chiudiamo le ali inferiori e fissiamole con colla a caldo, e adesso lavoriamo dall'interno.
Partiamo prendendo un guanto in lattice: dobbiamo recuperare un pezzo rettangolare, un po' più grande del nostro foro, quindi con una forbice tagliamo dita e foro di entrata del guanto. Dimensioniamo il pezzo ottenuto adattandolo al foro e con la punta delle forbici "pizzichiamolo" al centro. Ora passiamo della colla a caldo attorno al foro per il trapano e applichiamo il lattice ben teso. L'incisione creata con la punta delle forbici servirà per fare entrare l'utensile nell'ecobox. Questa sarà l'ultima operazione da fare con molta cura, ma ve la dico ora per stare in tema. In questo frangente dovete fare molta attenzione a non strappare il lattice inserendo l'utensile.  Il foro deve rimanere il più piccolo possibile perchè in questo modo aderirà meglio al filo della frusta e non lascerà fuoriuscire la polvere di lavorazione.
Passiamo ora ai fori per le mani. Il procedimento è lo stesso, il problema è che ci viene un po' difficile reperire un pezzo di lattice di dimensioni sufficienti a tappare i fori per le mani. Un'alternativa, anche se non elastica è di ritagliare dei pezzi di plastica dai sacchetti della spesa e coprire i due fori (sempre dall'interno) tendendoli bene e incollandoli con la colla a caldo. Una volta chiusi i due fori facciamo un'incisione verticale per tutta l'altezza, al centro di ciascun foro. Proviamo a infilare la mano e se necessario allarghiamo un po' l'incisione. Ovviamente deve essere abbastanza comoda per lavorare, ma più piccola la faremo e meno polvere di lavorazione uscirà.
A questo punto chiudiamo le ali superiori e fissiamole con la colla a caldo. E pieghiamo l'ala creata sul lato A in modo da farla aderire ai lati obliqui di B e D, e fissiamola con del nastro adesivo di carta.














Ci siamo! Ormai manca solo il coperchio!
Prendiamo un altro foglio di cartone e ritagliamo un rettangolo con base 61 e altezza 52 cm.
Dall'alto verso il basso, misuriamo 10 cm sia a destra che a sinistra. Uniamo i due punti con una leggera incisione che, come in precedenza,  ci servirà per piegare il foglio.
E ora creiamo il foro che ci permetterà di vedere all'interno della scatola ciò che stiamo facendo.
Dato che il floglio di acetato è in formato A3, quindi 29,7 x 42 cm, il foro dovrà essere leggermente più piccolo, così da lasciare lo spazio per applicare la colla.
Prendete le misure orizzontalmente, a 10,5 cm (scusate in figura è indicato erroneamente 10)e 40 cm, con un residuo quindi di 10,5 cm (errore in figura).
Se orizzontalmente il foro è centrato, verticalmente non lo è, ma sarà più vicino a noi per avere una migliore visione. Quindi verticamente prendo le misure dal basso verso l'alto a 5 e 25/27 cm. Traccio le linee verticali e orizzontali dai segni appena fatti e rimuovo la parte centrale del rettangolo.
Giro il mio coperchio e fisso il foglio di acetato con un filo di colla a caldo.
Una volta raffreddata la colla, rigiro il coperchio. Prendo la scatola e faccio combaciare l'ala superiore del lato C con l'ala del coperchio e fisso tutto con colla a caldo.
Ecco qui la vostra ecobox pronta a sostituire occhiali e mascherine!
Non dovete far altro che inserire il vostro utensile (come spiegato prima con molta attenzione) e provarla!
Se volete potete decorarla e pitturarla. Potete anche inserire all'interno (sollevando il coperchio superiore) un vassoio o dei supporti, per rendere più agevoli lavorazioni e pulizia della stessa. 

Credetemi è stato molto più faticoso spiegarlo che farlo!!! Se non sono stata chiara in alcuni punti, vi prego di perdonarmi e di contattarmi se necessitate di ulteriori spiegazioni o consigli.
Spero comunque di essere stata utile!

giovedì 2 agosto 2012

CONCORSO BIJOUX D'AUTORE 2012

Nell'ultimo periodo di ripresa del mio blog, vi ho parlato più volte della voglia di dare una svolta alla mia attività creativa e di essere alla ricerca di una strada per farlo.
Se da un lato i mercatini non hanno avuto molto successo (l'ultimo tra l'altro è proprio saltato), dall'altro mi sono ripromessa di non mancare, anche quest'anno, l'appuntamento con un evento importante: il concorso internazionale Bijoux d'autore, ideato da Norma de Lucia e giunto ormai alla sua quarta edizione.
Già lo scorso anno avrei voluto partecipare, ma un po' per l'umore e un po' per il tempo, alla fine non l'avevo fatto.
Quest'anno almeno con i tempi mi ero organizzata, anche se strada facendo ho dovuto stravolgere il mio progetto e modificarlo radicalmente. Ma in alcuni momenti è entrata a dar noia la solita componente di insicurezza e il solito dubbio che mi si ripeteva in testa "ma sarò all'altezza?"
Soprattutto dopo aver visto i nomi di alcune persone molto brave e note che vi parteciavano, i dubbi erano sempre più grandi, ma ad un certo punto mi sono dovuta decidere e ho pensato che bene o male, il primo passo era quello di avere il coraggio di partecipare e soprattutto di confrontarsi...è facile non sbagliare quando le cose non si fanno, ma se si vuole imparare e se ci si vuole migliorare, il confronto è il metodo migliore. E così mi sono buttata!
Da pochi giorni sono uscite in un catalogo le opere in concorso, e devo dire che quest'anno il livello è davvero alto!

Dal canto mio ho dovuto "forzare un po' la mano" e cercare di proporre un gioiello che, seppur rispecchiasse nella semplicità il mio modo di lavorare, si sapesse creare un suo spazio di visibilità tra gli altri. Cosa che purtroppo molte volte i miei gioielli così piccoli e semplici non sanno fare! 

Ne è venuto fuori un bracciale che spinge molto sul concetto e non sull'eccentricità o sulla pienezza di forme, un bracciale evocativo, nella forma e nel nome.
"Nato senza camicia" è un chiaro riferimento all'oggetto polsino, ma vuol anche marcare il concetto di recupero di materiali come la pelle, scarto di una fabbrica di scarpe e borse, e l'alluminio, anch'esso scarto di lavorazione, che sono i principali materiali utilizzati ed essendo stati scartati, non si può certo dire che siano "nati con la camicia!".
Il bracciale è composto da due parti principali, una in alluminio e l'altra in pelle.
La striscia di alluminio è stata dapprima embossata, ovvero è stato creato un disegno a rilievo tramite martellatura e poi forata.
Per la parte in pelle invece, ho prima creato un cartamodello, in modo da potermi rendere conto dell'ingombro che avrebbe avuto sulla mano e l'ho potuto modificare in modo che non intralciasse i movimenti, e una volta ottenuta la forma ho ritagliato la pelle, applicato i fiori (che sono sempre in pelle recuperata) tramite dei rivetti in rame, e creato dei fori che coincidessero con quelli fatti sull'alluminio.
Una volta ottenute le due parti, le ho letteralmente cucite insieme con un filo in cotone marrone, e le ho arrotondate in modo che si chiudesse il bracciale.
Il bottoncino che chiude e fissa il bracciale, proprio come si allaccia il polsino della camicia, è stato realizzato con una coppetta in rame che ho recuperato solo pochi giorni prima mentre un omino montava il condizionatore! (piccola chicca di recupero!)
Infine una volta assemblato il tutto, ho scaldato con un cannello le due punte del polsino in modo da rendere più morbida la forma globale.

mercoledì 25 luglio 2012

CI ABBIAMO PRESO GUSTO!

Sabato 28 luglio a partire dalle 17,00 vi aspetto insieme ad Alessia di Beads & Tricks a Triuggio(MB).
Ci saranno tante attività per grandi e bambini oltre ai nostri bijoux e... ai nostri martelli!
Si perchè questa volta abbiamo deciso di lavorare sul posto, quindi se siete curiosi di vedere come nascono le nostre creature, non dovete fare altro che venire a trovarci!
Astenersi timpani troppo deboli!

mercoledì 11 luglio 2012

UN PREMIO IN "SOFFITTA"!



Ogni tanto ci sono persone che senti davvero vicine con il loro affetto, che apprezzano il tuo lavoro e ti riempiono il cuore di gioia anche solo per un commento lasciato sul blog. Piera (la soffitta di Pantyra) è una di queste persone. Ci siamo conosciute prima "dal vivo" al mercatino di Briosco, e poi sul web.
E la ringrazio perchè ieri mi ha donato questo premio! 

Come tutti i premi ai blog serve come passaparola per far conoscere persone più o meno nuove, e quindi queste sono le poche e semplici regole da rispettare:

- ringraziare e linkare il blog che ci ha dato il premio
- copiare ed incollare il logo del premio sul proprio blog
- elencare dieci blog "preferiti", con meno di 200 followers, ai quali dedicare questo premio ed ovviamente avvisarli con un commento sul loro blog.

I 10 blog che vi segnalo sono:



martedì 10 luglio 2012

LA MIA INTERVISTA SUL BLOG DI ARTIGIANANDO

Per chi avesse voglia di leggere un po' di me,
vi segnalo l'intervista che mi è stata sottoposta da Luca,
pubblicata stamattina sul blog di Artigianando.


venerdì 6 luglio 2012

COM'E' FATTO...LE "RICETTE" DELLE MIE COLLEZIONI

E' giunto il momento di passare ai fatti.
Riflessioni, analisi, critiche, buoni propositi...ormai è stato fatto tutto, quindi adesso è il momento di agire e  mostrare come intendo procedere...
Nei giorni scorsi ,nel post che riguardava l'esposizione, ho parlato di un piccolo cartello esplicativo che tenevo sul banco a spiegazione di ciò che faccio, ma come detto era troppo pieno di concetti e scritte romanzate, e la gente si spaventava ancor prima di leggere.

il cartello della collezione flowood

A peggiorare la situazione entrava in gioco quel dettaglio che ho citato nel post sul manifesto, ovvero l'ossessiva trasformazione dei materiali di scarto, tanto che a vista non si capisce più che si tratta di recupero, ma si pensa che i miei gioielli siano semplicemente assemblati con componenti preformati.


il cartello della collezione mosaiko

Per aggirare questo ostacolo ho pensato comunque di mantenere un cartello esplicativo, ma l'ho liberato da quella fitta gabbia di parole che ne opprimeva il contenuto e ho cercato di spiegare graficamente e in pochi passi , partendo dalla materia prima recuperata, l'iter che mi porta a creare il componente di base di ogni collezione.

 il cartello della collezione round

mercoledì 27 giugno 2012

IL MANIFESTO DEL MIO "NON POSTO"

un pittore squattrinato, rientra a casa di notte dopo aver affogato i dispiaceri nell'alcool, si mette a disegnare dei fiori su una tela, ma è talmente ubriaco che non centra nemmeno la tela.
un critico osserva il quadro del pittore squattrinato e viene trasportato dalla
"sensazione di non equilibrio interiore che l'artista ha voluto comunicare"
...e fu così che il critico fece la fortuna dell'artista... non più squattrinato ma ancora allibito!

Ormai più di un annetto fa, quando credevo di poter ottenere chissà cosa con le mie creazioni, e cercavo un modo per farmi conoscere, la prima domanda che mi veniva fatta da bloggher potenzialmente interessate o da organizzatrici di eventi a cui volevo partecipare era: "qual'è il concept dei tuoi gioielli?"
...ehmmm.....non c'è una domanda di riserva?
Io sono una persona molto più pratica che teorica, molti dei miei lavori passano dal cuore alle mani ignorando allegramente la ragione...ma qualcosa dovevo pur rispondere a queste persone...e quindi mi mettevo con davanti i materiali, i manufatti finiti e cercavo di scrivere qualcosa che avesse un senso.
...e fu così che mi scavai la fossa da sola!




Ne uscì questo "manifesto del mio non essere" ma ovviamente mi accorgo solo ora, a distanza di un anno e con tante delusioni e riflessioni di mezzo, del NON effetto che ho ottenuto.
In pratica alla domanda "qual'è il concept dei tuoi gioielli?" io ho risposto:

"...ma guarda ...io non sono una di quelle che fa i corsi per assemblare swarosky..."
no..quindi non crei preziosi ma sei una potenziale designer?

"beh...io recupero degli oggetti ma mi sbatto così tanto a lavorarli, modificarli e renderli praticamente dei componenti da bigiotteria, che tu non ti accorgi nemmeno che io li ho riciclati, ti sembrano solo assemblati!"
ma brava!quindi tu saresti anche un'ecodesigner ma meglio non dirlo a nessuno, non sia mai che ti scoprono!

"...no perchè io cerco la semplicità e l'eleganza in un gioiello anche se è fatto con materiali poveri, cerco l'essenza non l'apparenza..."
standing ovation! Se potevi essere considerata una eco-fashion-designer ora ti sei fregata in pieno!

Mi batterei le mani da sola, se non fosse che...
mi rendo conto che ciò che ho scritto un anno fa, e ciò che scrivo ora è davvero lo specchio della mia realtà.

SO che non sono una persona che impara una tecnica e la ripete all'infinito lasciando che sia la preziosità dei materiali impiegati a rendere speciale il proprio lavoro.
Preferisco sperimentare.

SO che non sono fashion e non lo voglio essere, se esserlo significa mettersi i calzini bianchi sotto i sandali coi tacchi o un puntaspilli in testa.
A volte noi donne in nome della moda ci rendiamo ridicole senza accorgerci di quanto lo siamo.
Quindi viva la sofisticata semplicità e l'eleganza dell'essenzialità, sempre!

SO che tutto questo mi sbarra la strada nell'essere considerata eco, perchè tutto ciò che oggi è recupero, è recupero palese e tangibile...ma forse questa è l'unica via in cui posso crearmi un piccolo varco, ma non posso solo creare, devo aiutarmi e aiutare alle persone a capire ciò che faccio.

ps. la storia del pittore non è una cavolata! A volte la nostra fortuna sta negli occhi di chi guarda e nella nostra perseveranza nel voler trovare il lato sentimentale in tutto!